Impariamo la posizione delle note sul pentagramma in chiave di violino (o chiave di Sol) e un sistema di lettura a prima vista.

Che cos’è il pentagramma? A cosa serve la chiave di violino? Come si legge uno spartito?
La lettura musicale è uno dei primi argomenti che vengono trattati nello studio della musica di qualsiasi strumento musicale. Alcuni studenti mi domandano: ma si può suonare uno strumento senza saper leggere la musica?
Certo che sì, così come si può parlare in una lingua senza necessariamente saper leggere e scrivere e senza conoscere le sue regole grammaticali e sintattiche.
La lettura non è indispensabile e alcuni grandi musicisti hanno compensato questa mancanza con la loro capacità di suonare a “orecchio”. Basti pensare a musicisti eccezionali come Erroll Garner o Django Reinhardt che non sapevano leggere la musica (ma non per questo erano musicisti migliori!). Il grande Django era infatti costretto ad affidarsi ad un amico musicista che metteva nero su bianco le sue composizioni, in modo che potessero essere lette e interpretate da altri musicisti.
Saper leggere e scrivere la musica è quindi senza dubbio una capacità sulla quale vale la pena investire il nostro tempo dedicato allo studio della musica.
Con la lezione di oggi introduco un ciclo di lezioni gratuite pensate per tutti i musicisti (non solo pianisti) che vogliono avvicinarsi a questa disciplina.
Nella prima lezione ci dedichiamo alla lettura delle note sul pentagramma in chiave di violino.
Prima di procedere con gli esercizi di lettura, iniziamo con alcune definizioni di teoria musicale.

Le Note sul Pentagramma
Il pentagramma è il rigo musicale formato da 5 linee orizzontali sovrapposte e da 4 spazi.

Le note possono essere scritte sulle linee o negli spazi.

I simboli delle note e delle pause variano in base alla durata del suono. La lettura ritmica e i valori di durata saranno oggetto di un’altra lezione: oggi ci dedichiamo esclusivamente all’altezza delle note.
Per semplificare gli esercizi e sviluppare la capacità di lettura in modo graduale, concentriamo la nostra attenzione su un parametro alla volta.
Le note saranno indicate con dei piccoli ovali pieni e senza stanghette.
Iniziamo quindi a identificare l’altezza delle note, ossia il nome e la posizione delle note sul pentagramma.
La Chiave di Violino o Chiave di Sol
La chiave è il simbolo che viene posto all’inizio del pentagramma e che stabilisce l’altezza delle note su di esso.
La chiave di violino viene definita anche chiave di Sol, perché la nota posta sul secondo rigo del pentagramma, in corrispondenza del semicerchio con il quale inizia la scrittura di questa chiave, è la nota Sol.

Da questa nota possiamo poi ricavare tutti i nomi delle altre note spostandoci in modo ascendente o discente sui righi e negli spazi.
I Nomi delle Note in Chiave di Violino
Per memorizzare i nomi delle note sul pentagramma in chiave di violino, suddividiamo le note in due gruppi: note sulle linee e note negli spazi.
I nomi delle note sulle linee sono: MI SOL SI RE FA
I nomi delle note negli spazi sono: FA LA DO MI

Memorizza al meglio queste due sequenze di note e ricordati che sono disposte sul pentagramma in modo ascendente dal basso verso l’alto.
I Tagli Addizionali
Lo spazio che intercorre tra la nota che si trova sulla prima linea (MI) e quella che si trova sull’ultima linea (FA), occupa un registro molto ristretto.
Sulla tastiera del pianoforte corrisponde al MI collocato sopra il Do centrale e il Fa che si trova due ottave sopra.
Per consentire una scrittura più estesa vengono adottati i tagli addizionali.
I tagli addizionali sono dei trattini posti sopra o sotto il pentagramma che creano delle linee immaginarie con le quali possiamo espandere l’estensione delle cinque linee.

Le note potranno essere posizionate sopra o sotto i trattini (tagli in gola) oppure attraverso di essi (tagli in testa).
Le note posizionate alle estremità del pentagramma saranno quindi RE e SOL. Per scrivere le note che si trovano sotto il RE o sopra il SOL, sarà necessario utilizzare i tagli addizionali.

Con queste prime informazioni di base possiamo già iniziare a mettere in pratica gli esercizi di lettura della notazione musicale.
Che cos’è il solfeggio?
Per la mia esperienza personale, non sono mai stato un amante del solfeggio tradizionale e ho impostato un approccio diverso alla lettura della musica.
Con questo non voglio denigrare la pratica del solfeggio o dire che sia inutile: personalmente ho trovato di maggiore utilità la lettura direttamente allo strumento.
Se non hai mai fatto pratica del solfeggio e non sai di cosa si tratti te lo spiego velocemente. Per prima cosa dobbiamo dividere tra “solfeggio parlato” e “solfeggio cantato“: mentre il primo lo considero poco rilevante nella crescita musicale (e quindi una perdita di tempo), il secondo è di grande utilità ma necessità di un orecchio ben allenato, difficilmente riscontrabile tra i principianti assoluti. Il “solfeggio cantato” o “lettura cantata” saranno argomento di altre lezioni in una fase più avanzata del percorso.
Il “solfeggio” a cui si fa riferimento solitamente all’inizio di un percorso di studio (legato alla didattica “classica”) è quello “parlato” che consiste nel leggere a voce i nomi delle note e delle pause mentre con i movimenti della mano si indica il tempo e la suddivisione: niente di entusiasmante.

Esercizi di Lettura delle Note
Negli esercizi che ti propongo in questo percorso andiamo ad applicare la lettura direttamente sullo strumento.
Per imparare a leggere le note dobbiamo procedere per gradi ma cercando sin da subito di mantenere lo sguardo sullo spartito e non sulle mani.
A questo scopo ho realizzato i primi esercizi su gruppi di 5 note congiunte in modo che ad ogni dito della mano corrisponda una sola nota.
L’obiettivo è quello di creare un associazione visiva tra la posizione della nota sul pentagramma e la posizione della nota sullo strumento.
Attenzione: i pianisti principianti, per iper semplificare, tendono ad associare la nota al numero del dito. Questo è un grave errore perché ovviamente al cambio di posizione non ci sarà più corrispondenza con il numero del dito e non si impara a leggere le note.
Se hai difficoltà a leggere le note in modo scorrevole, il primo parametro su cui intervenire è il tempo. Eliminiamo la pulsazione e concentriamoci esclusivamente sull’altezza della nota. Possiamo prenderci quindi tutto il tempo che ci serve per passare da una nota all’altra ma dobbiamo essere sicuri al 100% della nota successiva senza margine di errore.
Dopo aver svolto l’esercizio in questo modo con un buon grado di sicurezza. procediamo inserendo anche la pulsazione. Lo strumento che ci viene in aiuto in questo caso è il metronomo.
Se utilizzi un metronomo digitale o tramite una App (io ad esempio uso spesso una app su smartphone che si chiama Pro Metronome), imposta la pulsazione neutra senza accenti: i suoni del click del metronomo dovranno essere tutti uguali.
Inizia con una velocità che riesci a sostenere con facilità e aumenta in modo graduale. Nell’esempio che ho svolto all’interno della video lezione ho impostato il metronomo a 60 BPM. I BPM corrispondono a “battiti per minuto” quindi 60 BPM significa 1 click al secondo.
Nell’esempio qui sotto ti mostro l’esercizio che ho suonato nella video lezione che si sviluppa sulle prime 5 note da Do a Sol.

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