Come Studiare Pianoforte Senza Sforzo: Effortless Mastery (Kenny Werner)

Introduzione

Quando ci si avvicina allo studio del pianoforte, uno degli aspetti più delicati da affrontare è la gestione del tempo e della qualità della pratica. Molti studenti si trovano a ripetere esercizi, scale o brani interi per ore, senza però ottenere i miglioramenti desiderati. 

La causa spesso non è la mancanza di impegno, ma un metodo di studio che non tiene conto della dimensione psicologica, fisica ed emotiva del fare musica.

Se anche tu fai fatica a mantenere la concentrazione mentre studi pianoforte, o ti senti spesso frustrato perché non riesci a suonare quello che vorresti, questo articolo può cambiare il tuo approccio allo studio musicale. 

Ti parlerò di una metodologia rivoluzionaria che ha trasformato il modo di studiare di migliaia di pianisti in tutto il mondo.

Sto parlando delle strategie di studio e del metodo sviluppato da Kenny Werner nel suo celebre libro Effortless Mastery.

Il suo approccio non propone semplicemente nuovi esercizi, ma un modo diverso di concepire il rapporto con lo strumento, con se stessi e con la musica. 

In questo articolo voglio approfondire i concetti chiave tratti da quel metodo, che possono diventare un punto di riferimento per qualunque pianista (e musicista), a prescindere dal livello e dal repertorio di interesse.

[Il libro è edito nella versione in inglese da Jamey Aebersold Jazz ed è edito nella versione italiana da Volontè&Co. disponibile qui: Effortless Mastery]

effortless mastery

Live Masterclass su Pianoforte Web Academy

Per gli iscritti a Pianoforte Web Academy, ho realizzato una lezione di oltre 1 ora in cui  spiego come applicare concretamente questo metodo allo studio del pianoforte. La video lezione è disponibile nella sezione Live Masterclass qui: Metodo di studio: i 4 livelli di pratica.

Cos’è il Metodo “Effortless Mastery” di Kenny Werner

Kenny Werner è un pianista jazz statunitense che, dopo anni di carriera, ha sentito l’esigenza di condividere con gli altri musicisti un percorso che andasse oltre la mera tecnica. 

Effortless Mastery non è un manuale tradizionale: non si parla di diteggiature, pattern o scale, ma piuttosto un testo riflessivo, quasi narrativo, che alterna aneddoti personali a spunti di pratica interiore. Alcuni dei temi trattati possono sembrare distaccati dalla pratica pianistica, come ad esempio le meditazioni suggerite dall’autore (il libro include infatti anche un CD audio con una serie di meditazioni).

Il concetto centrale è che la vera padronanza dello strumento non nasce dalla tensione e dallo sforzo continuo, ma da uno stato di equilibrio mentale in cui il corpo e la mente lavorano insieme con naturalezza. 

L’obiettivo è riuscire a suonare come se lo strumento fosse una naturale estensione del proprio corpo. Non si tratta, quindi, di imparare a “fare di più”, ma di imparare a “fare meglio”, eliminando rigidità, ansie da prestazione e pensieri distrattivi.

Il raggiungimento della “maestria senza sforzo” consiste nell’arrivare a un livello di padronanza tale che l’esecuzione diventi naturale e automatica, come camminare o guidare un’auto.

Perché Questo Metodo Funziona?

Kenny Werner ha codificato in modo scientifico l’importanza di calibrare correttamente la difficoltà degli esercizi. Il metodo si basa su principi neurologici semplici ma efficaci:

  • Il cervello impara meglio quando non è sotto stress
  • L’automatizzazione dei movimenti libera risorse mentali per l’espressività
  • La pratica consapevole è più efficace della ripetizione meccanica

Le 4 fasi della pratica

Il percorso proposto in “Effortless Mastery” consiste di 4 fasi. Le prime 3 fasi hanno lo scopo di sviluppare la capacità di entrare in uno stato mentale e di pratica da rendere naturale e senza sforzo ciò che suoniamo.

In questo articolomi concentro sulla quarta fase che ha delle implicazioni pratiche e dirette sul materiale di studio.

Il “rombo di apprendimento”: quattro punti da combinare

La quarta fase del metodo “Effortless Mastery” si base su quello che Kenny Werner definisce “il rombo di apprendimento”: un rombo con quattro vertici, ciascuno dei quali rappresenta un aspetto fondamentale della pratica.

I quattro punti sono:

  1. Suonare con naturalezza
  2. Suonare perfettamente
  3. Suonare l’intero esempio
  4. Suonare rapidamenterombo apprendimento

L’idea di base è che la naturalezza non deve mai essere sacrificata. È il punto fermo, l’elemento imprescindibile che deve accompagnare ogni fase dello studio. 

Gli altri tre punti, invece, vanno combinati a coppie, accettando di rinunciare temporaneamente al quarto.

Vediamo più nel dettaglio cosa significa:

  • Rapidamente + Perfettamente: in questa combinazione si rinuncia a suonare l’intero brano. Si lavora quindi su piccolissimi frammenti, portandoli subito alla velocità obiettivo e curando ogni minimo dettaglio. È il caso tipico di una battuta difficile o di un passaggio tecnico che deve diventare fluido.
  • Perfettamente + Intero: qui si rinuncia alla velocità. Si suona tutto il brano o tutto l’esercizio, ma con estrema lentezza, controllando nota dopo nota, battuta dopo battuta. Questo tipo di pratica è molto efficace perché permette di sviluppare il controllo e l’attenzione senza il peso della velocità.
  • Rapidamente + Intero: questa è la combinazione più delicata, perché comporta la rinuncia alla perfezione. Si tratta di suonare un brano o un esercizio dall’inizio alla fine alla velocità giusta, accettando che ci siano errori. È una modalità utile solo in situazioni particolari, ad esempio come test per verificare la resistenza o per allenare la memoria sotto pressione. Non dovrebbe mai diventare il cuore dello studio quotidiano.

Strategie pratiche: segmentazione, velocità, micropause e stato mentale

Sulla base della mia esperienza e ispirato dalla metodologia proposta da Kenny Werner, ho sviluppato alcune strategie semplici ma estremamente efficaci che possono fare la differenza:

1. Segmentazione

Spesso ci si ostina a suonare interi brani o esercizi dall’inizio alla fine, ripetendoli più volte con la speranza che “prima o poi vengano”. In realtà è molto più efficace dividere il materiale in piccolissime porzioni: anche solo due battute, o addirittura poche note. Lavorando in questo modo si riesce a correggere in profondità i problemi e a consolidare i miglioramenti.

2. Velocità controllata

La tentazione più grande è quella di voler suonare subito alla velocità giusta. Ma così si rischia di fissare errori e movimenti sbagliati. È fondamentale iniziare lentamente, persino più lentamente di quanto sembri necessario, e solo quando il passaggio è veramente solido si può accelerare gradualmente. La velocità deve essere una conquista naturale, non un’imposizione forzata.

3. Micropause intelligenti

Dopo un errore, la reazione istintiva è ripartire subito dallo stesso punto. Questo però spesso genera tensione e frustrazione. È molto meglio fermarsi, respirare, rilassare le mani e la mente, e solo dopo ripetere il passaggio. Queste micropause aiutano a mantenere il controllo e a evitare che lo studio diventi una sequenza di correzioni nervose.

Quando fai un errore:

  1. Ferma immediatamente le mani
  2. Stacca dalla tastiera
  3. Rifletti su cosa è andato storto
  4. Respira e rilassati
  5. Riposiziona le mani consapevolmente
  6. Riprova con concentrazione rinnovata

Questa tecnica previene il “loop dell’errore” – quel circolo vizioso in cui si ripete continuamente lo stesso sbaglio, aumentando frustrazione e tensione.

4. Stato mentale corretto

Forse il punto più importante: lo studio deve avvenire in uno stato di calma e concentrazione. Cinque minuti suonati in questo stato valgono più di un’ora passata a “combattere” con lo strumento. Non si tratta solo di quantità di tempo, ma di qualità. Allenare la mente a restare serena mentre si suona è una competenza tanto importante quanto esercitare le dita.

Meglio 5 minuti di studio concentrato e naturale che un’ora di pratica tesa e forzata.

Conclusione

Il metodo di Kenny Werner ci ricorda che la padronanza del pianoforte non è fatta soltanto di ore accumulate, ma della qualità con cui quelle ore vengono spese. Lavorare con il rombo di apprendimento, mantenendo sempre la naturalezza come punto fermo, permette di crescere in modo equilibrato e progressivo.

Applicare queste strategie significa trasformare lo studio da attività faticosa a momento di consapevolezza e soddisfazione. E poco a poco, quello che all’inizio sembrava impossibile diventa naturale, quasi automatico. Proprio come le prime cinque note di una scala che un principiante impara nei suoi primi giorni di pianoforte.

Ricorda che l’obiettivo della pratica è quello di raggiungere un livello di maestria, ossia di abilità, con pieno automatismo e senza sforzo.

Per approfondire

Questo articolo è tratto da i contenuti di una Live Masterclass disponibile su Pianoforte Web Academy. La lezione intitolata Metodo di Studio: I 4 Livelli di Pratica, ha la durata di circa 1 ora e fa parte della serie “Metodo di Studio”.

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